La seborrea, o cute oleosa, è un fenomeno comune che viene raramente diagnosticato, forse per il fatto che viene considerata una condizione normale o comunque parafisiologica. Si intende con questo termine l’eccessiva produzione di sebo.
La cute del seborroico, nelle aree ricche di ghiandole sebacee, è lucida; le pieghe naso-geniene, la fronte e la zona retro-auricolare risultano al tatto grasse ed oleose ed i pazienti, specialmente se donne, si lamentano di questo aspetto.
Anche i capelli sono spesso grassi, difficili da pettinare e sul cuoio capellluto eritematoso possono svilupparsi delle squame.
Se la seborrea si associa a forfora, con formazione di squame giallastre ed untuose, si parla di pitiriasi steatoide.
Soprattutto durante il periodo estivo e nei climi caldi la seborrea può essere causa di grave disagio. Spesso, inoltre, è accompagnata dall’aumento della sudorazione (iperidrosi) tanto da risultare difficile stabilire se il principale responsabile delle sgradevoli condizioni cutanee sia il sebo o il sudore. Nei mesi invernali o nei climi asciutti il problema appare meno rilevante. La produzione eccessiva di sebo, talvolta, porta allo sviluppo di un odore corporeo rancido e sgradevole (bromidrosi).
Negli anziani la seborrea tende a diminuire ma comunque il problema può permanere per tutta la vita.
Anche i fattori emozionali hanno la loro importanza.
Sia la seborrea che l’alopecia androgenetica sono legate alla attività androgena ma non c’è un rapporto di connessione diretto tra le due condizioni, esistono soggetti con forte seborrea ma che non sviluppano una calvizie. I soggetti con alopecia androgenetica lamentano spesso untuosità del cuoio capelluto. Seborrea e Defluvio Androgenetico sono pertanto spesso contemporanei ma non sono l’uno conseguenza dell’altro.
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